C’è chi crede che il principio di tutto sia l’acqua. Altri credono che sia l’Infinito, Aria, Fuoco… Ci fu però un filosofo poco considerato, originario di Delfi, sbarcato in Italia, in Sicilia, per l’appunto: per lui, il principio era il suono. Di lui non ci restano molti scritti se non qualche brandello di qualche frammento corroso dal tempo e, per la maggior parte, incomprensibile.
Di lui abbiamo il pensiero, tramandato oralmente, tanto che qualcuno ritiene che non fosse mai esistito. Considerato folle, non credeva che la scienza avrebbe potuto spiegare le leggi dell’universo da sola, né credeva in un Dio; d’altro canto non lo negava neppure. Diffidava totalmente della magia e dei sensi. Credeva, invece, per l’appunto, nella musica: armonia che regna su tutto, perfetta in ogni sua forma, oltre che espressione di perfetto equilibrio e bellezza.
Il principio fu il suono, e nient’altro. La nostra vita, le nostre emozioni, le nostre parole sono riconducibili al suono: l’armonia è capace di spiegare tutto. Il ronzio delle ali di un’ape emette un suono sottilissimo e fioco, non udibile, dato dalle posizioni variabili degli atomi, che già in passato un altro filosofo scoprì. I nostri passi, il nostro moto, insomma, il nostro vivere è riconducibile al suono e- chiamatemi pazzo- saprò provarvelo.
Quelli che son detti Pitagorici, scoprirono che i pianeti, nel loro movimento, generano una melodia che siamo abituati a sentire a tal punto che non ci accorgiamo nemmeno più che esista. Essi dissero che, qualora cessasse, ci troveremmo attoniti davanti allo spettacolo del silenzio totale del cosmo. Ebbene, avevano ragione.
Passò tutta la sua vita a ricercare, ricercare e ricercare; finché trovò la risposta a tutte le sue domande in un culto misterico poco conosciuto all’epoca. Fu iniziato al culto e divenne custode di una conoscenza spropositata; a breve divenne Maestro e infine sacerdote dello stesso Dio da loro venerato.
Ispirato dai Pitagorici, si dedicò interamente alla matematica e allo studio dell’armonia come medesima scienza, e scoprì le forti somiglianze che vi erano tra matematica e musica, e tra musica e realtà. Così postulò un’ipotesi mai vista finora: la musica fu il principio primo di tutte le cose. Tutto veniva da dodici particelle musicali che, mettendosi tra loro in vari rapporti, davano origine ad altre particelle. Così nacque tutto. Spiegò dapprima la teoria atomista di Democrito, oltre che la musica delle sfere di Pitagora: se dunque tutto nasce dall’armonia, i rapporti tra i pianeti saranno rapporti armonici.
Detto ciò, facendo uso delle più sofisticate scienze matematiche, arrivò a giungere all’ipotesi del cosiddetto giudizio universale, dove tutte le cose avrebbero pagato il loro prezzo.
L’arco della Terra invertirà i suoi poli; i magneti saranno attratti dal ferro e l’aria condurrà calore: avverrà dopo che calerà la luna per la nona volta sulla terra, durante l’undicesimo mese dopo duemilatrecentotrentacinque anni dalla morte di Alessandro Magno.
Regnerà il buio e la tenebra. La musica dei globi cesserà e il mondo vivrà in uno straziante silenzio. Ma verrà un giovane, sarà la reincarnazione del mio animo ormai vecchio e stanco, che guiderà i popoli verso la conoscenza: verrà vestito di una toga candida; la sua testa sarà cinta da un elmo lucente di bronzo, sormontato da un pennacchio bianco; nella mano destra porterà una lancia e sulla sua spalla sarà una civetta. E sarà lui con lo splendore del suo sguardo che illuminerà il mondo e i popoli verso la nuova era.
I poli torneranno statici e la marea tornerà bassa, il mondo godrà di un nuovo pensiero e di una nuova sapienza.
Anonimo greco
Così è stato scritto e così accadrà in quel giorno d’ira e disperazione: il mondo risorgerà dalle fiamme dell’incoscienza, e il mondo brillerà di una nuova luce.