OTTANTA VOGLIA DI RACCONTARE

Luned’ 19 ottobre 2020 Il Mondo delle Idee organizza la presentazione della raccolta di racconti “Ottanta voglia di raccontare” di Mauro Cavagliato.
Gli anni ’80 raccontati da chi li ha vissuti, fra sogni, delusioni, musica, amori, tristezza e allegria, all’ombra di avvenimenti epocali, dall’invenzione del CD alla caduta del Muro di Berlino.
Introduce Anna Ricotti.
Dialogheranno con l’autore Chicca Morone e Rosanna Galleggiante.

ORE 18,00
CENTRO PANNUNZIO
Via Maria Vittoria 35 H

LA SACRA SINDONE al tempo di Internet

Goffredo di Charny, valoroso cavaliere e scrittore trecentesco, fu il primo proprietario della Sacra Sindone, portata in Francia da Gerusalemme dove era stata acquistata. Dopo aver fatto costruire la chiesa a Lirey, vi fece custodire il Telo dai canonici, affermando essere il Lino nel quale era stato avvolto il corpo del Cristo dopo la crocefissione, senza però precisare come ne era venuto in possesso.
Era il 1353 e da allora molte volte la Sacra Sindone è stata esposta: la prima notizia di cui si ha riferimento è quella dell’ostensione avvenuta nel 1389 che causò una infuocata diatriba tra il vescovo di Troyes e la famiglia di Goffredo di Charnay: questioni finanziarie in quanto i pellegrini erano attratti a Lirey facendo offerte e donazioni, presumibilmente tolte alle casse del vescovo; inoltre proprio in quella occasione venne messa in dubbio l’autenticità del telo in quanto nessuna testimonianza di tale reliquia risultava nei Vangeli.
Christopher Knight e Robert Lomas nel loro libro “Il secondo Messia” hanno persino ipotizzato che il lino avesse contenuto il corpo di Jacques de Molay imprigionato nonché torturato per ordine di Filippo il Bello – re di Francia e in accordo con il Papa Clemente V – deciso a impadronirsi del cospicuo tesoro dei Templari.
A noi la Sacra Sindone è giunta – dopo varie traversie e questioni legali – in quanto ceduta al duca Luigi di Savoia direttamente dalle mani della proprietaria Margherita di Charny, figlia di Goffredo II. La contessa fu in seguito scomunicata dal papa a causa della sua determinazione nel non aver voluto consegnare alla chiesa la reliquia.
Al di là della sua autenticità o meno, la Sacra Sindone è il simbolo della cristianità, della sofferenza di un uomo, sicuramente crocefisso e seviziato per un credo per nulla gradito ai suoi persecutori, il cui motivo scatenante è stato però sempre il potere e di conseguenza il denaro.
Nel Novecento le ostensioni si sono succedute ben otto volte: questa, organizzata in occasione della Pasqua 2020, sarebbe la nona e potrebbe veramente essere un rituale di grande risultato nella situazione terribile in cui ci troviamo.
Sapere che la reliquia viene esposta nel Duomo, anche se non in presenza dei pellegrini, potrebbe riunire le invocazioni dei devoti in una unica preghiera affinché la pandemia cessi di mietere vittime: oggi avrebbe un significato davvero profondo di fratellanza e di comune impegno per un futuro di maggiore consapevolezza.
Non siamo stati capaci di tutelare la nostra salute: che si tratti di un virus sfuggito dal laboratorio; di una infezione da penetrazione nell’organismo di microrganismi patogeni assorbiti in mercati di animali esotici raccapriccianti; di frequenze nocive del 5G e di altre mille spiegazioni, più o meno deliranti, poco importa.
La realtà è che dobbiamo imparare a non credere di essere onnipotenti, impregnati come siamo di quella arroganza tanto ben descritta nel “Paradiso perduto” di John Milton.

Così l’atto di fede e di possibile meditazione in presenza – seppur attraverso gli schermi – dell’impronta di un corpo martoriato, può renderci sensibilizzati al dolore del passaggio tra a vita e la morte in un momento in cui davvero sfioriamo ogni giorno la nera signora fornita di falce.
L’ostensione della Sacra Sindone è sempre stata legata a eventi particolari:
nel Novecento la prima è avvenuta dal 3 al 24 maggio 1931, in occasione del matrimonio tra il principe Umberto di Savoia e la principessa Maria José del Belgio; mentre per celebrare l’Anno Santo straordinario dal 24 settembre al 15 ottobre del 1933;
dal 16 al 18 giugno 1969 a Palazzo Reale, nella cappella del Crocefisso, affinché una commissione di studio potesse effettuare una ricognizione sul Telo durante la quale furono fatte le prime foto a colori;
il 23 novembre 1973, nel Salone degli Svizzeri di Palazzo Reale, venne esposta in verticale e ripresa in diretta televisiva per la prima volta;
dal 26 agosto all’8 ottobre 1978 in occasione del quarto centenario del trasferimento da Chambéry a Torino rimase mostrata al pubblico sopra l’altar maggiore del Duomo in orizzontale;
dal 18 aprile al 14 giugno 1998 la Sindone fu esposta per celebrare i cinque secoli del Duomo di Torino e i 1500 anni del «Concilio di Torino».

I pellegrini giunti da ovunque furono due milioni e 400 mila. Per la prima volta l’ostensione nell’era Internet. Grazie a una telecamera all’interno del Duomo, fu possibile il 24 maggio, seguire anche la visita del Papa Giovanni PaoloII;

dal 12 agosto al 22 ottobre 2000, l’ostensione, organizzata in occasione del Giubileo, ebbe il motto scelto dal Custode Severino Poletto: «Il tuo volto Signore io cerco»; dal 10 aprile al 23 maggio 2010 hanno varcato la soglia del Duomo due milioni e mezzo di pellegrini tra i quali anche il Papa Benedetto XVI. Il motto è stato «Passio Christi, passio hominis».
Durante l’ostensione del 2010 i malati passati di fronte al Telo furono oltre 40 mila.

Ora l’esperienza si ripete, donandoci così un pellegrinaggio virtuale per alleviare il dolore di quanti vivono nel corpo e nell’anima la passione di Cristo sofferente proprio nei giorni dedicati alla morte e resurrezione di Nostro Signore.

Chicca Morone, 4 Aprile 2020

Illustrazione: Chiara Rota

JODO 91

Buon compleanno maestro!

Il 17 febbraio Jodorowsky compie 91 anni e abbiamo deciso di festeggiarlo! In sala 1 saranno proiettati tutto il giorno i suoi ultimi film mentre in sala 2 ci saranno conferenze e letture sui tarocchi, uno dei principali oggetti di studio del grande JODO.

SALA 1
15.30 Psicomagia
https://www.facebook.com/events/195368651520348/

17.30 Poesia senza fine
https://www.facebook.com/events/773763483134182/

20.00 Psicomagia
https://www.facebook.com/events/195368651520348/

22.00 Santa Sangre
https://www.facebook.com/events/2315950311840530/

SALA 2
17.30 Lettura dantesca a cura di Nouvelle Plague Teatro con l’accompagnamento delle Crystal Bowls di Chicca Morone e Chiara Rota del Il Mondo delle Idee
18.00 I Tarocchi e la Cabala a cura di Giancarlo Guerreri, Gran Maestro Aggiunto della Gran Loggia d’Italia
19.00 Il castello dei destini incrociati- lettura del testo di Italo Calvino a cura di Nouvelle Plague Teatro
19.30 Tarocchi e cristalli, sentiero di conoscenza, consapevolezza e guarigione a cura di Carla Maria De Bortoli.

Il costo del biglietto per le proiezioni è di 8 euro per l’intero e di 6 per il ridotto. Le letture e conferenze sono gratuite.

Dalle 17:00 lettura dei tarocchi nell’atrio a cura di Carla Maria De Bortoli, Anna Maria Granato, Silvia Rege Cambrin.

BOLOGNA: Presentazione del libro Landai, brevi poesie per la libertà delle donne

SABATO 7 DICEMBRE 2019

CENTRO DELLE DONNE BIBLIOTECA ITALIANA DELLE DONNE

Via del Piombo, 5/7

ore 17,00

INTERVENGONO:

Vittoria Ravagli, Antonella Barina,  Chicca Morone,  Fernanda Ferraresso, Sandra Federici, Roberta Sireno e  Anna Franceschini.

Suoni e canti con Rosanna Orlandi e Antonio Masella

Presentazione del libro LANDAI – poesie brevi per la libertà delle donne.

I landai sono una forma di poesia breve, popolare e antica che le donne pashtun utilizzano in segreto per denunciare le violenze e i soprusi a cui sono sottoposte. Una poesia semplice, comprensibile a chiunque e che chiunque può scrivere. Il poeta Marco Ribani ha avuto l’intuizione di usare i landai “come arma internazionale di denuncia delle donne contro la società maschilista e le violenze famigliari”.

LANDAI – Poesie brevi per la libertà delle donne

Un’azione forte e sostenuta da autrici e associazioni contro la violenza alle donne attraverso la poesia: “LANDAI – Poesie brevi per la libertà delle donne” è il titolo del libro che sarà presentato dalle curatrici venerdì 13 settembre 2019 prossimo a Torino, in Palazzo Cisterna (ore 17.30) e del quale alcune autrici – in tutto una settantina di poete – daranno lettura il giorno dopo, sabato 14 settembre (ore 14.30), sulla Scalinata della Grande Madre.

 

I landays sono una forma di poesia breve, popolare e antica che le donne pashtun utilizzano in segreto per denunciare le violenze e i soprusi a cui sono sottoposte, spiega Vittoria Ravagli, una delle curatrici. Landays – o landai – è un distico in cui il primo verso è di nove sillabe, il secondo di tredici. Ma, sottolinea, non vi è rigidità nel comporre. La poesia semplice, comprensibile a chiunque e che chiunque può scrivere, è certo uno dei mezzi più potenti e liberi per dare messaggi immediati, forti, che si fissino nelle menti in modo indelebile. Con la poesia si sono fatte conoscere nel mondo le lotte dei popoli oppressi, si sono tramandate per secoli le storie delle genti dimenticate. L’amico poeta Marco Ribani ha pensato alla possibilità che i landai vengan usati “come arma internazionale di denuncia delle donne contro la società maschilista e le violenze famigliari”: intuizione preziosa.

Così, dal primo incontro nei Giardini del Guasto di Bologna promosso con il  Gruppo Marija Gjmbutas, il 28 settembre 2013, passando attraverso eventi svoltisi a Sasso Marconi, Venezia, Marghera, Massa Lombarda, poi ancora Bologna e in altri luoghi con studenti soprattutto nelle scuole, e Torino (dove è stata creata una specifica sezione Landai del Premio di poesia “Rodolfo Valentino – Sogni ad occhi aperti”) fino ad arrivare in Sud America, ad oggi sono stati scritti migliaia di Landai, dei quali il libro che sarà presentato e letto a Torino dà una prima selezione, accompagnata da una ricostruzione del percorso virtuoso che ha portato alla nascita di un vero e proprio movimento poetico.

Scritti di: AHMED – AKBAR – ANTOLISEI – ANTONELLINI – ARISTIMUNO – BARINA – BARUTTI – BASILE – BERTONCIN – BORRELLI – BORRUSO – CAPPELLETTI – CASTELLUCCIO – CATANZARO – CAVALERA – CIMATTI – CUCCONI – DEGLI ESPOSTI – DI LAURO – DI RIENZO – DI MARCO – FALÀ – FAVARETTO – FAVARO – FEDERICI – FERRARA – FERRARINI – FERRARESSO – FINZI – GASTALDO – GATTI LINARES – GENTILINI – GHENZOVICH – GUIDORIZZI – JANDOLO – LUSSU – MAGAZZENI – MAILLI – MARCHIONNI – MARCONI – MOLDI RAVENNA – MONGIOI – MONTI – MORETTI – MORONE – NUVOLI – NUZZO – ORBETELLO – PACILIO – PALTRINIERI – PARMA – PAPAZZONI – PENNECCHI – PIOLANTI – POLLASTRI – POLUZZI – RADOUEN – RASCHILLÀ – RAVAGLI – RIBANI – RICCI – RIGATO – ROLDAN – ROSTAGNO – ROTA – ROTA – RUGGIU – SANTORO – SARACENI – SERRA – TOSI – VIAN – VIRGILI – VOLPATO – ZOLI – ZARMINA “RAHILA” – ZUNICA.

CON IL PATROCINIO DI:

Anima-li in libertà

Sabato 13 aprile 2019 alle ore 16.30 all’Auditorium Vivaldi (piazza Carlo Alberto 3) spettacolo di solidarietà a favore di “Dimore San Giovanni Onlus” presentata da Alis D’Amico.
Al pianoforte Fabio Mengozzi, al flauto Ilaria Pisacane e alle crystal bowls Chicca Morone.
L’attrice comica Cristiana Maffucci rallegrerà il pubblico con la sua ironia e poeti mitomodernisti leggeranno le filastrocche gioiose con protagonisti animali speciali…
Un piccolo rinfresco concluderà l’evento.

L’associazione Dimore San Giovanni Onlus, presieduta dall’ingegnere Giovanni Piccolis, nasce dall’idea di un gruppo amici desiderosi di destinare personali risorse in termini di impegno, di tempo e di forze economiche a una iniziativa di solidarietà, seguendo i principi di Uguaglianza, di Libertà e di Fraternità che li uniscono: ospitare gratuitamente le famiglie bisognose di bambini ricoverati per gravi patologie negli ospedali torinesi è l’obbiettivo e lo scopo sociale.
Il patrimonio di quest’iniziativa è costituito soprattutto dalla disponibilità di tutte le persone di buona volontà che hanno aderito e lo faranno nel futuro, dedicando il loro tempo, impegnandosi nell’attività di accoglienza e supporto alle famiglie ospiti.

POESIE di:
1. Fabrizio Bregoli
2. Roberto Carifi
3. Giovanni Cobolli Gigli
4. Giancarlo Guerreri
5. Tomaso Kemeny
6. Paola Pennecchi
7. Chicca Morone
8. Ettore Morone
9. Simonetta Longo
10. Giuseppe Pichetto
11. Chiara Rota

 

LE IMMAGINI DELL’EVENTO:

LE POESIE ILLUSTRATE:

La vendemmia a Torino…

“SUMMA ETILICA”

Lettura delle poesie dei poeti presenti

accompagnate da bansuri e handpan

unitamente alle vibrazioni delle crystal bowls

Sabato 20 ottobre 2018, Ore 16,00

Museo del Risorgimento

Ingresso Piazza Carlo Alberto, 8 – Torino

 

Intervengono:

Daniele Dubbini, compositore concertista – bansuri e handpan

Chicca Morone, poetessa

e scrittrice – crystal bowls

Chiara Rota, architetto e illustratrice

 

Tomaso Kemeny, poeta professore e scrittore

Nicola Duberti, poeta professore e traduttore

Sandro Gros-Pietro, poeta scrittore ed editore

Giancarlo Guerreri, poeta e scrittore

Simonetta Longo, poetessa e scrittrice

Antonio Miredi, poeta e scrittore

Paola Novaria, poetessa e sommelier

Fabrizio Olivero, poeta e scrittore

Paola Pennecchi, poetessa e scrittrice

Luigi Scala, attore e poeta

 

Alcune foto dell’evento:

Le poesie lette durante l’evento, illustrate da Chiara Rota:

 

 

BOOMERANG | Tomaso Kémeny

Venerdì 16 marzo 2018 Chicca Morone e Sandro Gros-Pietro, presentano la nuova raccolta poetica di Tomaso Kémeny, Boomerang.

Editore: Edizioni del Verri

Anno: 2017

Pagine: 68 p., Brossura

Centro Congressi Unione Industriale di Torino – Via Vela 17

Sala Piramide

 

Pinocchio era Collodi

Presentazione del libro Pinocchio era Collodi

Autore: Franco Galli

Edizioni Antonio Attini, 2017

 

Mercoledì 22 novembre 2017 ore 18,00

Centro Pannunzio via Maria Vittoria 35/h

Alfonso Cipolla e Chicca Morone
a colloquio con l’autore, Franco Galli

L’autore, dopo il suo primo libro “Pinocchio e la Numerologia”, approfondisce lo studio del contenuto del capolavoro collodiano con una appassionante ricerca psicoanalitica, svelandoci il percorso attraverso cui individuare il vissuto più o meno conscio della intera vita di Collodi.
La sua odissea interiore, secondo l’Autore non è che la via per il raggiungimento del suo Sé spirituale, la vera bellezza.
Realtà e fantasia fanno parte di un lungo sogno liberatorio: un’immagine nuova e al tempo stesso reale?

Franco Galli, da oltre trent’anni, è un appassionato studioso di Antroposofia, Astrologia e Psicologia; integra la conoscenza di tali discipline con lo studio della Numerologia, avvalendosi di testi scritti dai più valenti autori ed esperti francesi ed americani, al fine di comprendere al meglio la Scienza numerologica.

SPIRITUAL NETWORK in fondo basta ascoltare

Venerdì 10 novembre 2017

ore 18,30

Centro Congressi Unione Industriale

Via Fanti, 17 Torino

Presentazione della raccolta di racconti Spiritual Network, in fondo basta ascoltare, di Francesca Vitale

Algra Editore, 2016

Fantasia o realtà? Una domanda che l’autrice lascia in sospeso, consentendo a ognuno la libertà e il tempo di maturare una scelta. In fondo la fantasia non è altro che l’unione fra ragione ed emozioni che, insieme alle intuizioni, portano a varcare confini inesplorati per creare o scoprire nuove realtà. Una dopo l’altra, si aprono quattordici porte, tutte diverse, in attesa e appena socchiuse su un mondo che vuole rivelarsi solo nel rispetto dell’evoluzione di ognuno. Viene chiamato Aldilà, ma ci cammina accanto, il più delle volte talmente mimetizzato nella quotiniatità da essere totalmente ignorato. Non è il mondo degli spiriti, ma quello della coscienza che si apre attraverso esperienze vissute, rivelazioni raccolte sulla strada dei sogni. In Spiritual Network, In fondo basta ascoltare le due realtà, materiale e spirituale, diventano interattive, in un reciproco scambio di messaggi, di emozioni, di occasioni di crescita. Solo l’amore consente l’incontro, unica chiave per dare vita a ognuno dei due volti dell’esoterismo, rivolti l’uno verso l’altro e pronti a dialogare nel più semplice e intenso dei modi. I protagonisti dei quattordici racconti, alla fine si raccolgono intorno all’autrice per un’ultima rivelazione sulla vita che ci attende appena poco più in là.

 

Foto di Luigi Amerio.